Mentre i partecipanti alla Lisbona-Dakar si davano battaglia con il solo obiettivo di vincere ad ogni costo su mezzi e prototipi esasperati, costruiti per l'occasione dalle più importanti case automobilistiche di tutto il mondo, senza praticamente più nulla di lontanamente simile ai mezzi di serie, c'è chi propone di tornare alle origini dei raid africani.

La Transafricaine, che si svolgerà dal 1° al 19 novembre 2006 ed è organizzata da Patrick Zaniroli, raggiungerà Dakar partendo, come ai bei tempi, da Parigi.
E' un compromesso ideale tra raid e regolarità, quello che potremmo definire senza retorica il più puro sodalizio tra Africa e fuoristrada.
Essendo alla sua prima edizione non esistono foto di repertorio a testimoniare lo spirito ed i mezzi di chi vi partecipa ma, di sicuro, la Transafricaine non vuole essere una "rivale" della Lisbona-Dakar, ma un'alternativa rivolta a chi, amatori e/o esperti, cerca una prova per mettere in atto le proprie reali capacità e, soprattutto, senza spendere una fortuna.
Pian piano, dagli anni 80 in poi, le case automobilistiche che paretecipavano ai raid competitivi non hanno lasciato più nulla al caso, mettendo in campo tutte le forze migliori, investendo budget enormi, organizzando in proprio team, trasferte, supporti tecnici, sponsoring e contatti con i media, "divorando" in un solo colpo tutte le ambizioni ed i "valori" degli amatori.
La domanda che probabilmente molti si sono già posti, allora, è: "Non è arrivato il momento di fermarsi e tornare indietro coi tempi, almeno con lo spirito?".
Non è solo una questione nostalgica ma il tentativo di far riemergere quell'etica e quei valori da "gentlemam driver" che hanno da sempre contraddistinto i piloti di fuoristrada, professionisti e non.
Patrick Zaniroli, per esempio, ha dichiarato: "Raggiungere Dakar partendo da Parigi, nell'ambito e con i metodi di una grande tradizione del passato, non è un colpo di test, ma una decisione maturata in anni di riflessioni. E' un modo per ritrovare quell'Africa che ci ha dato tanto e che vogliamo ripagare tornando all'origine dei raid, quando ancora avevano un fondo di vera umanità".
Per maggiori info (per chi conosce il francese o l'inglese):
http://www.zaniroli.com/yacs/sections/view.php/4029
Pensate che bello sarebbe mettere insieme una delegazione del RIsK e parteciparvi!...
Lo spirito è proprio quello che, fin dalle prime battute, ha ci animato. Essere presenti potrebbe una testimonianza della condivizione di quei valori che, come diceva Patrick Zaniroli, hanno sempre contraddistinto lo spirito avventuroso, ma di grande umanità, che anima il vero amante del fuoristrada.