Intendo che certi modelli non sono sul mercato europeo perchè sono troppi i limiti che la UE impone, specie riguardo ai motori.
Il nuovo Jimny ne è un esempio emblematico: progettato per rispettare tutte le norme vigenti, addirittura in programma c'era anche la versione ibrida, ma nonostante il successo riscosso dopo la presentazione e confermato con le vendite, la casa madre, Suzuki, ha deciso di ritirarlo dal mercato a causa delle ulteriori restrizioni in fatto di normative.
Parlando di Toyota, quando si dice che alla casa costerebbe troppo inserirlo nei propri cataloghi europei, è una mezza cagata. Come dicevo uno degli ultimi tre siti di assemblaggio di Land Cruiser sparsi per il mondo è proprio in Europa, in Portogallo per la precisione e lì preparano Land Cruiser, di tutti i modelli e versioni, per vari mercati mondiali. Farlo arrivare alle concessionarie europee sarebbe un gioco da ragazzi. Riguardo i pezzi di ricambio, beh, arrivando sia in Portogallo per l'assemblaggio, sia in Belgio come magazzini, anche da questo punto di vista problemi non ce ne sarebbero.
Ma Toyota è organizzata in un modo particolare, per certi versi assurdo, ma evidentemente remunerativo in fatto di numeri, visto che Toyota si attesta per il secondo anno al secondo posto come produttore di auto al mondo, dopo aver occupato per anni il primo, sul quale ora siede, guarda un po', il Gruppo Volkswagen.
Ed è proprio questo gruppo a dettare le regole per il mercato europeo: nessuno entra e vende senza che loro abbiano fatto bene i propri conti e guardato ai propri interessi.
E non parlo solo di prodotti in concorrenza, bensì di prodotti che contrastino, anche concettualmente, l'impostazione che hanno voluto dare al mercato e che gli ha permesso di arrivare dove stanno.
Al contrario di Toyota, che a quel titolo c'era arrivata per indubbi meriti in termini di qualità e innovazione, i tedeschi ci sono arrivati con i loro consueti modi, da nazisti quali sono.
E' il mercato a dimostrarlo e, come dicevo in qualche post indietro, il mercato non è più fatto, da diverso tempo e in particolare nell'automotive, dalla domanda bensì dall'offerta.
Facevo l'esempio dei pick-up.
Un HZJ79 pick-up, che in Germania era riuscito ad arrivare all'omologazione Euro 5 (segno che, volendo, si può fare tutto), se presente ufficialmente sul mercato europeo avrebbe come competitor il Mahindra, non certo l'Amarok. Ma data l'ampia gamma di scelta che Toyota è in grado di offrire su questa serie, il catalogo potrebbe spaziare anche verso un mercato più particolare, se vuoi di nicchia, ma pur sempre un mercato che ha la sua ragion d'essere e che può fungere molto da trend setter.
La Mercedes con l'attuale proposta per la G Klasse ne è un esempio: un veicolo che strutturalmente non è mai cambiato da quando è stato presentato, se non due anni fa che ha perso il ponte rigido anteriore in favore delle indipendenti, che è presentato e venduto con motori assurdi, quanto incredibili, ad un target che probabilmente non sa che si tratta di un fuoristrada.
Fa tendenza, fa immagine, serve molto al brand Mercedes, indipendentemente dai numeri. E se lo fa Mercedes, economicamente e produttivamente parlando, lo potrebbe fare anche Toyota, senza alcun problema.
Ma ha contro tutti in Europa. Tuttavia Toyota è un colosso e più di tanto non hanno potuto fermarla: è, infatti, leader indiscusso nel mercato dell'ibrido, un sistema decisamente più efficace e gestibile dell'elettrico al 100% che, invece, è la scelta strategico/politica verso la quale i produttori europei stanno puntando.
Nissan, per esempio, è dovuta ricorrere ad un'alleanza e formare un gruppo a sua volta, il Renault-Nissan-Mitsubishi, per continuare a garantirsi una finestra sul mercato europeo ma costretta a mettere fuori catalogo il proprio pezzo storico parlando di fuoristrada, il Patrol.
Il Defender, quello storico, l'hanno fatto fuori quando l'azienda, dopo vari passaggi di mano, arrivò nel 2008 in quelle degli indiani della Tata Motors i quali, però, mica si son fatti cogliere impreparati: l'attuale catalogo Land Rover lo abbiamo ben chiaro. Pensavano di tagliarli le palle, facendogli togliere dal mercato il Defender, il simbolo del marchio Land Rover, e invece hanno saputo rispondere e in quel segmento stanno facendo il bello e il cattivo tempo.
Toyota, probabilmente, per la sua struttura, per la sua cultura, per motivi commerciali, per il suo modello di business, non è stata in grado di reagire ai cambiamenti del mercato, specie quello europeo, ed oggi con il Land Cruiser si trova nella situazione in cui è. Ridicola e deprimente.
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